ATTRICE E PRODUTTRICE, ARTISTA E MANAGER, ITALIANA MA CON LA VALIGIA SEMPRE PRONTA, SI DIVIDE TRA MILANO E LONDRA PER REALIZZARE IL SUO SOGNO.
Qual è stato il tuo percorso artistico che ti ha condotto dove sei ora?
Da ragazza ho studiato e lavorato per diversi anni con una compagnia di teatro milanese “Extramon- do”. Lavoravamo su testi molto difficili, Shakespeare, Brecht, Heiner Muller, li ho imparato il valore della disciplina e della fatica in questo lavoro. Successi- vamente ho finito gli studi in Architettura e dopo alcuni anni in cui mi sono dedicata alla progetta- zione architettonica e al project management, sono tornata al mio primo amore, la recitazione. Mi sono trasferita a Parigi dove ho studiato all’accademia Acting International e ho cominciato a lavorare. In Francia il mondo teatrale e cinematografico è molto attivo, ho imparato perfettamente il francese e ho preso parte a serie tv (Liasons di Emilie Lucienne e Main Courante), cortometraggi e a produzioni teatrali. Tornata in Italia per motivi legati alla famiglia mi sono rimessa in gioco. Volevo studiare e appro- fondire la tecnica con i migliori a livello internazio- nale e dopo una lunga ricerca li ho trovati, tra Milano, Los Angeles e Londra. A Milano ho lavorato a lungo con Michael Margotta, americano, membro dell’Actors Studio di Lee Strasberg, il migliore acting coach che abbiamo in Italia. A Londra mi “alleno” con Tom Radcliffe, “erede” artistico di Stanford Meisner. Nel frattempo ho cominciato a lavorare in Italia partecipando a lungometraggi, cortometraggi e produzioni teatrali di qualità.“Donne in silenzio”, con la regia di Margherita Remotti è uno spettacolo andato in scena a Milano a cui sono molto legata perché parla di un tema delicato come quello della violenza sulle donne. “Deus lo Vult” con la regia di Enrico Testoni è uno spettacolo in costume am- bientato negli anni delle crociate dedicato ad un pubblico più ampio.
A livello cinematografico ho partecipato a “Respira” dello scrittore e regista Laszlo Barbo (già assi- stente alla regia di Checco Zalone e di molte serie televisive importanti) e “Niente di serio” dove ho avuto l’onore di lavorare con Claudia Cardinale. Altri lavori cinematografici che ho amato e dove ho partecipato come protagonista sono stati “I giorni di Gloria” della regista Marta Mondelli, italiana
che vive e lavora a New York, e il cortometraggio “Strangers”, scritto e prodotto da me, con la regia di Luca Immesi, che è stato selezionato in diversi festival in Italia.
Produzione, realtà virtuale. Il tuo curriculum è molto vario.
Sono una persona curiosa e osservo come si muove il mondo intorno a me. Oltre la recitazione mi oc- cupo anche di produzione, ho imparato a Los Angeles che una attore/attrice, se ha le capacità giuste, può anche promuovere progetti che rispecchiano la sua visione artistica.
A me piace essere partecipe il più possibile dei miei progetti, capirne la complessità produttiva e offrire le mie capacità manageriali. Tra le altre cose mi occupo di finanziamenti cinematografici e di tax credit, per esempio, ho collaborato con la società di produzione Indiana di Milano alla produzione del film “Nessuno si salva da solo” di Sergio Castellitto. Sono stata invitata da diverse Film Commission e Camere di Commercio a parlare di produzioni cinematografiche, l’idea era quella di contribuire a far crescere il cinema italiano, sperando che diventi una vera industria come in altri paesi.
Lo scorso anno ho ideato e fondato una start up che si occupa di produzioni che utilizzano tecnologie immersive come la realtà virtuale, la nuova fron- tiera delle produzioni cinematografiche, saranno necessarie nuove competenze tecniche e recitative.
Quali sono i tuoi progetti attuali?
Al momento lavoro a Milano dove sto producen- do un nuovo progetto cinematografico e a Londra dove sto lavorando ad un nuovo spettacolo entusiasmante incentrato sulla figura di Frida Kahlo.
Un regista con cui ti piacerebbe lavorare?
Ken Loach, ero alla prima a Cannes del suo ulti- mo film “I Daniel Blake” con cui ha vinto la Palma d’Oro, un evento incredibile, 20 minuti e più di standing ovation con l’intera platea di persone emotivamente toccate da una storia semplice ma di una umanità assoluta.
Lì ho capito perché amo questo lavoro e la sua vera missione.