Se Paul Andrew Hewitt e Shane Nesbitt, barbieri, non avessero capito per tempo cosa avrebbero voluto fare della loro vita, scegliendo di far rivivere una vecchia arte in nuove vesti, il titolo poteva anche risultare vero.

Ormai la strada giusta la stanno seguendo da un po, anzi, stanno facendo molta strada! Sempli cando molto: il primo coltiva barbe in Inghilterra e in Germania, il secondo in California. Paul e Shane in realtà rappresentano le cellule base e il motore di una sottocultura delle barbierie in forte crescita, che porta nel mondo ordine, comunicazione e la dose quotidiana di felicità maschile.

Gli ultimi dieci anni hanno visto riapparire negozi di barbiere di diverso tipo, dove sfogano la propria creatività barbieri di diverso tipo: come quelli vecchio stampo che frequentavano già i nostri nonni e bisnonni, e quelli newfashioned che ricordano solo condizionamente ciò che la coscienza collettiva intende come barbiere. I loro skateboard sono appoggiati nell’angolo del salone, non sarebbero in grado di pronunciare una frase con accento di Oxford, non indossano camici immacolati ma piuttosto il street wear di propria marca, però tutti senza eccezione vorrebbero avere a disposizione più pelle per ancora più tatuagi. E invece sono proprio loro i fondatori del nuovo rinascimento del rasoio che grazie alla globalizzazione non rimarrà concentrato in un unico epicentro come è successo a Firenze nella seconda metà del Cinquecento. I barbieri rasati e tatuati di Brighton, San Francisco e altre città hanno ritagliato dall’arte una sottocultura attirando nei negozi di barbiere clienti che i gentiluomini della via

Saville non sarebbero mai riusciti a mettere sulle proprie sedie.
Tuttavia non c’è nessuna differenza nel servizio: indipendentemente dalla musica che vi risuona, uscirete dal negozio sempre sistemati a tutto punto, profumati e di buon umore. L’insegna rossa, bianca e blu, rappresenta il sangue e le bende che ricordano come una volta questi domatori di baf e barbe fungevano da chirurghi che drenavano il sangue, mentre oggi promette ovunque una cura indolore e ad alto livello del decoro maschile che si tratti di un apparente bad boy o di un raf nato barbiere della vecchia scuola.

Ma perché? Perché ultimamente sta calando drasticamente la vendita di rasoi elettrici per uso domestico? Forse perché nell’era virtuale del benessere la solitudine non è mai stata così universale e pressante. Dal barbiere evidentemente servono anche qualcosa che non ha nome ne prezzo, poiché a Brighton e San Matteo arriva gente da tutto il mondo. E nonostante la loro clientela, grazie a Instagram, sia diventata internazionalmente colorita, Shane e Paul possono affermare tranquillamente che non c’è cliente che abbiano visto una volta sola.

Forse la rinascita della barbieria rappresenta, oltre alle cose concrete e strettamente necessarie anche la risposta maschile alla conquista femminile del mondo. Forse, e soltanto forse, ma di certo la saletta per la chiacchierata post-rasatura con il suo profumo inebriante di attrezzi da barbiere rappresenta l’unico spazio nel mondo maschile, dove alle donne viene proibito l’accesso. Qui si cancellano le divisioni sociali: l’avvocato, il politico e il ragazzino della strada comodamente sprofondati nella poltrona uno accanto all’altro mentre in la aspettano ancora il venditore di scarpe, l’autista di autobus ed il dandy nullafacente, tutti ricevono le stesse attenzioni e lo stesso trattamento. Dai barbieri che ancora dieci anni fa nessuno avrebbe creduto essere tali e nelle barbierie dove trovano lavoro anche i rappresentanti della società umana più tatuati e ricoperti di piercing regna la totale positività. I clienti rimangono nel salone ancora a lungo dopo aver saldato il conto, non hanno paura della folla ovvero dell’attesa, origliare alle conversazioni e osservare le mani abili al lavoro è parte importante della storia. Il cliente della barbieria si fa tranqullamente impregnare non solo di schiuma da barba ma anhce dell’energia del barbiere …

… e il mondo adulto. Nel lm Malena, il ragazzino infatuato della donna vuole in fretta diventare uomo. Sa dove trovare il biglietto d’ingresso per il mondo dei maschi adulti dal barbiere, dove questo mondo girava e dove i ragazzini dai calzoni corti aspettavano i padri davanti alla porta. Per entrare nella bottega del barbiere infatti servivano i pantaloni lunghi, la maturità sessuale, bisognava essere maturi abbastanza da capire i discorsi degli uomini e da parare a una donna del calibro di Monica Bellucci. La bottega del barbiere quale luogo di iniziazione? Da quando non c’è più l’obbligo di leva yes, please! “Tutte le cose cool arrivano in scena a ondate. La moda, la musica, le macchine, i tatuaggi… Quello che ritorna una volta era già cool, e questo vale per i barbieri, perché questa è una delle arti migliori del mondo. Ora il numero di botteghe cresce perché la gente pensa che ci siano dietro soldi facili. Purtroppo non è così perché un barbiere deve faticare per anni, essere sempre consistente, creativo e dare alle persone un’ottima sensazione. L’arte del barbiere poi è anche molto faticosa, perciò quelli che vi si appassionano veramente continueranno a praticarla anche dopo che non sarà più tanto cool.” ri ette Shane Nesbitt, ex audio lo che nella Bay Area una volta vendeva dischi e che oggi è uno dei barbieri con il maggior numero di fan e di imitatori nel mondo.

“L’arte del radere è la mia vita”, dice Paul Andrew Hewitt, uno dei primi barbieri della nuova generazione in Inghilterra, ambasciatore della corporation Monster Energy, leader spirituale dell’”operazione” Barberlife e proprietario del marchio di vestiti AONO (leggi: Always Outnumbered Never Outgunned). Andrew si occupa del ordine sulle teste del Regno unito, dove è tornata a far compagnia ai soliti rituali sociali quale il the delle cinque, la visita regolare dal barbiere. “Da oltre dieci anni giorno dopo giorno taglio e sistemo barbe e riesco ancora ogni giorno a imparare qualcosa di nuovo. L’arte del barbiere mi ha aiutato a costruire una carriera, con il suo aiuto mantengo la famiglia, è diventata la mia vita e il mio passaporto. Ho cominciato prima che diventasse popolare grazie ai social network, ma quando questi hanno preso piede li ho usati come punto di riferimento. Gli strumenti come Instagram sono stati veramente importanti per noi barbieri, perché ci aiutano a promuovere il nostro lavoro e lo stile di vita”. Prima di indossare il grembiule da barbiere Paul dirigeva bar e club. Suo padre si è reso conto che la cosa non stava andando da nessuna parte e così ha deciso di cominciare un discorso serio con il glio, il più serio della sua vita. Questo tipo di affari avrebbe distrutto il ragazzo, mentre il padre voleva vederlo felice. La felicità nell’ambiente in cui si muoveva era purtroppo alquanto passeggera, deperibile e sostenuta da varie sostanze. Paul ha seguito il consiglio del padre e ha studiato per diventare parrucchiere. Da li al barbiere c’era solo un passo. Il padre aveva ragione perché oggi Paul ha una vita regolare e di notte solitamente rimane sveglio solo per creare.

Shane in realtà si è sempre annoiato nel suo negozio di dischi. Un giorno, dieci anni fa, si è svegliato, era venerdì, e gli era chiaro che voleva diventare un barbiere. Ha chiamato la scuola e il martedì successivo era già seduto nel banco. Era l’unico bianco tra afroamericani, latinoamericani e asiatici. Era anche l’unico che in vita sua

non aveva mai tagliato un solo capello. In tempo record è diventato un ottimo barbiere, era una cosa che aveva dentro e in tutti questi anni la sua passione per il lavoro e per l’arte non ha fatto altro che crescere. Le esperienze fatte in adolescenza lasciano un marchio indelebile e Shane è stato ispirato da un gentiluomo anziano dal quale andava a tagliarsi i capelli. Un giordano che ancora oggi, in età avanzata, continua a lavorare. A Shane piace ricordare i Playboy sul suo tavolino, l’odore del suo rasoio e la sensazione piacevole che lo travolgeva ad ogni visita. Proprio questo e tanto altro voleva anche per se stesso. Oggi la sua bottega porta il suo nome perché va ero di tutto quello che ha costruito.

Abbiamo seguito i due barbieri per tutto il pop up tour This is Barber Life in California. A Corona hanno incontrato e fatto il taglio agli sportivi Monster, a San Diego tagliavano i capelli ai passanti nella barbieria Good Times Barbershop sulla spiaggia Imperial Beach, la bottega Pig Barber a Costa Mesi ha ospitato più di 200 barbieri che sono venuti ad ammirare la bravura di Paul e Shane, Vinny’s Barbershop in Echo Park, con il suo arredamento, ha risvegliato i ricordi di botteghe dove andavano a farsi la barba i nostri nonni e bisnonni. I due hanno espanso la propria attività anche in altri ambiti: poiché il design delle barbe e dei vestiti sono legati dalle forbici, Paul è il proprietario del marchio AONO, l’uf ciale moda di strada dei barbieri, mentre Shane disegna i propri grembiuli in jeans e altri strumenti da barbiere. Paul ha iniziato il suo progetto nel 2010 insieme alla moglia Anna che è gra co. Le magliette hanno subito preso piede e dal momento in cui vendeva ancora dal baule della sua auto davanti alla bottega ad altri barbieri, tatuatori e persone che la pensano come lui, a quando hanno cominciato a girare il mondo non è passato molto tempo. Ma il contributo di Paul alla confraternita mondiale del rasoio d’argento è anche BARBERLIFE EXPO, una era che unisce i barbieri di tutto il mondo. Paul, tanto di cappello!

E in ne, noi del Riders ci chiediamo, cosa separi un buon barbiere da un barbiere fantastico. “Se sei costante e mostri una buona etica del lavoro, le persone ti rispetteranno. È sbagliato cercare di essere il migliore. Questo viene da sè, se lavori bene. Io volevo garantire un futuro solido alla mia famiglia. E una volta che il business parte devi costruire una squadra forte perché sei forte solo tanto quanto il tuo anello più debole. Con l’esperienza e la conoscenza sei capace di garantire ai clienti che usciranno dal tuo salone nella loro pelle migliore e che saranno in grado di mantenere il proprio look no alla prossima visita dal barbiere”. dice Paul, mentre Shane aggiunge: “È facile tagliare bene i capelli, ci sono molte persone che lo fanno molto bene. Ma un buon barbiere è solo questo, niente di più e niente di meno. Per diventare un ottimo barbiere devi capire chiaramente che il cliente è la parte più importante della tua carriera. No client, no barber! Se capisci cosa vuole il cliente, e non solo in senso di taglio e sistemazione della barba, ma anche di rispetto, hai vinto.” Per nire e a verbale mettiamo ancora questo: stanno tornando sulla scena i capelli lunghi, tanta struttura e cere senza lucentezza.